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Oggi torniamo a parlare di Linux e in particolare dei suoi comandi Linux per la gestione i vari aspetti relativi alla rete.
Nella prima parte abbiamo visto come gestire il DNS direttamente da linea di comando, mentre oggi andremo a parlare di un altro aspetto fondamentale della comunicazione in rete ovvero l’hostname
Quando parliamo di hostname ci riferiamo a quel nome simbolico che identifica il nostro dispositivo in rete (locale) univocamente.
Questo, viene configurato in fase di installazione solitamente e potrebbe rappresentare un pericolo per il nostro anonimato, soprattutto, se agiamo attraverso una rete non di nostra proprietà.
Per farti un esempio di hostname, pensa a “macbookpro_mariorossi” o qualcosa di simile.
Nelle distribuzioni Linux il comando per visualizzare il nostro hostname è banalmente
hostname
Inoltre, è possibile effettuare un cambio temporaneo di questo valore attraverso i comandi:
su
hostname <nome_scelto>
Se invece sei interessato a cambiare permanentemente questo valore, ancora una volta c’è una serie di comandi molto semplice che potresti utilizzare ovvero:
sudo nano /etc/cloud/cloud.cfg
cambiando la riga “preserve_hostname: false” in “preserve_hostname: true”
dopodichè
sysctl kernel.hostname=<nome>
In questo modo il cambiamento sarà permanente anche dopo un eventuale riavvio. Dopo aver completato entrambe le procedure utilizzare il comando
service network-manager restart
per riavviare il servizio di networking e rendere effettive le modifiche. Potrai verificare, ancora una volta, la riuscita di tale operazione con il comando:
hostname
oppure
hostanamectl
per avere una panoramica più completa e dettagliata.
Fino a questo momento abbiamo pensato all’hostname come un valore che identifica il nostro dispositivo in locale tuttavia per completezza è necessario sapere che anche un server ovviamente possiede un hostname e molto spesso ci capita, su internet, di riferirci a delle risorse che andiamo ad identificare attraverso la combinazione Hostname-Dominio.
Questi due valori in gergo tecnico creano una catena chiamata “Fully Qualified Domain Name”.
Un esempio di quanto appena detto potrebbe essere l’indirizzo server1.miodominio.com
In questo caso server1 rappresenta l’hostname tuttavia può capire che l’hostname sia omesso o che la stessa parola www sia un hostname se stiamo parlando di un server web oppurtunamente configurato
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